Diario
28 luglio 2008
ORNELA VORPSI, LA MANO CHE NON MORDI
Questo blog, già da tempo, offre alcuni servizi bonsai: la bloggerOTECA, i consigli di lettura, il mini motore di ricerca Wikipedia, le notizie in pillole, i collegamenti a quotidiani e la guida TV. Il tutto è facilmente reperibile nelle due colonne ai lati dei post principali. Nella colonna di sinistra, in particolare, scrivo delle minirecensioni sui libri che leggo nel corso dell'anno, a cui do anche dei giudizi, personalissimi, di gradimento: † passatempo †† interessante ††† da leggere †††† imperdibile
Ma stavolta vorrei soffermarmi un attimo su di un racconto, che non merita soltanto di essere incolonnato con gli altri.
 I proverbi sono sunti di saggezza. Quando sono cinesi, poi, sono portatori di una cultura secolare. Un proverbio cinese dice: devi baciare la mano che non puoi mordere. Il racconto di Ornela Vorpsi bacia per mordere. La sua scrittura è delicata, ma ugualmente graffia, lascia segni sulla pelle senza fare male, perchè il malessere è interiore, è negli spazi vuoti, nelle interlinee. La mano che non mordi è un racconto sullo sradicamento; prende avvio da un viaggio nei balcani, un posto da cui tutti vorrebbero andar via. Ma chi va via lasciando le sue radici non va mai via del tutto. Chi vive senza radici diventa VERDE, vive spaesato, è di un altro paese, condannato ovunque ad essere straniero.
Einaudi € 8,80 86 pagg.
recensione
einaudi
albania
balcani
| inviato da ioTocco il 28/7/2008 alle 11:25 | |
26 luglio 2008
Italietta - Una catena di indignazioni
Aderisco
volentieri alla provocazione dell'amica Lu e all’invito di Occhiodelciclone pubblicando anch’io i miei tre punti d’indignazione.
Le regole
del gioco:
Indicare
nel proprio blog tre cose di questa nostra Italietta che riteniamo disgustose,
vergognose, che ci fanno venir voglia di urlare il nostro disprezzo e pensare
che sarebbe meglio vivere da un'altra parte.
Invitare
5 blogger a fare altrettanto nei propri blog, indicando i loro link e spiegando
perché scegliamo proprio loro.
1) Il revisionismo continuo: non quello di chi, studiando, offre
fatti che permettano di rileggere con più completezza determinati eventi
storici, ma il revisionismo che sconfina nel negazionismo, quello di chi
vorrebbe, insomma, delle verità a modo proprio, e non esita a negare fatti
acclarati (un esempio? Chi pensa che il fascismo fu una passeggiata, una
dittatura all’acqua di rose, in cui chi dava fastidio rischiava solo di essere
mandato in vacanza all’estero a spese dello Stato).
2) Il tutti contro tutti: l’odio che porta alla divisione, la
divisione che è semplificazione. Destra contro sinistra, pedoni contro
automobilisti, pubblico contro privato, vecchi contro giovani, famiglie contro
single, cattolici contro laici, Maometto contro Cristo, nord contro sud, est
contro ovest. Non si vive in guerra, non si vive col terrore addosso, non si
vive col nemico dietro l’angolo.
3) La televisione di
Costanzo e De Filippi, la televisione di Endemol: prendo questi due autori
Tv, insieme a questo marchio, come massimi rappresentanti di un nuovo modo di
fare televisione, di chi tende a rincoglionire il pubblico, addormentandolo a
forza di soubrette, tronisti, scandali. L’obiettivo è riuscito, la gente si è
via via abituata a questo modo di guardare alla realtà. La realtà è già
fiction. Ci si addormenta davanti al televisore, convinti che la realtà sia
quella che proviene dallo schermo, incapaci di guardare più in là del
telecomando. Incapaci di vivere davvero.
Per dare continuità a questa reazione a catena nomino:
Carla, Le Lucilleidi
Geco
Martenot-Neon
Quovadis
Simone Arcadia
ioTocco
politica
| inviato da ioTocco il 26/7/2008 alle 12:45 | |
24 luglio 2008
CONSIGLI PER PREVENIRE LE TRUFFE
Avevo già segnalato a gennaio la truffa del "finto" specchietto rotto. Pare che siano stati segnalati altri episodi.
 Le truffe costituiscono una fiorente fonte di introiti per la malavita e un danno, psicologico ancor prima che economico, per chi le subisce. In estate c'è un incremento, a danno soprattutto degli anziani soli. Val la pena, quindi, di rinnovare alcuni consigli, ma una lista più esaustiva di consigli e avvertimenti si trova nel sito della Polizia di Stato, che invito a visitare:
CONSIGLI PER PREVENIRE LE TRUFFE:
Non aprite la porta di casa a sconosciuti
anche se vestono un'uniforme o dichiarano di essere dipendenti di Comune, ENEL, azienda del gas, banca presso cui siete clienti. Potete sempre prendervi tutto il tempo che volete, per telefonare all'Ente di cui si dicono dipendenti, e verificare. In ogni caso è meglio non aprire se non si è proprio certi. Dite loro che verificherete chiamando il 113, prima di aprire. Se sono truffatori, scapperanno. Se sono lavoratori, resteranno ad attendere.
Nessun Ente manda personale a casa per il pagamento delle
bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date
erroneamente. Quindi diffidate sempre da questo tipo di richieste.
Se qualcuno vi ferma, dicendovi che vostro figlio o nipote gli deve dei soldi, probabilmente vi sta truffando. Anche se vi passa al telefono il vostro parente, non vi fidate. Richiamate voi, col vostro telefonino, il parente, ovvero andate via.
Occhio al bancomat: evitate
di operare se vi
sentite osservati. Nel digitare il codice segreto, mettete una mano a ricoprire la tastiera.
Soprattutto, ricordate che potreste avere a che fare con professionisti della truffa: quasi mai violenti, sempre gentili, ben vestiti, affabili. Purtroppo, molto bravi. Per qualunque
problema e per chiarivi qualsiasi dubbio non
esitate
a chiamare
il 113.
truffa
protezione
tutto fa blog
| inviato da ioTocco il 24/7/2008 alle 9:19 | |
22 luglio 2008
Bosnia, arrestato Karadzic - era latitante da 13 anni
L'ex leader dei serbo-bosniaci, Radovan Karadzic, è stato arrestato.

E' una notizia attesa, importante. La classica buona notizia. Da prima pagina, a mio parere. Repubblica la "piazza" invece a pagina 15.
Karadzic è ritenuto responsabile di genocidio per l'assedio di
Sarajevo, durato 43 mesi e costato la vita a 12.000 persone, e per la strage di Srebrenica del 1995, che ha portato al massacro di 8.000 musulmani. L'ex leader serbo bosniaco, latitante da circa 13 anni, era al primo posto fra gli ultimi tre
ricercati rimasti nella lista nera del Tribunale internazionale
dell'Aja per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia.
Mi auguro che possa essere giudicato per l'accusa di genocidio, e che, a differenza di quello di Milosevic, non compiuto per il suicidio dell'imputato, questo processo possa essere celebrato rapidamente e giungere a sentenza.
19 luglio 2008
Niente è stato fatto che possa restituirci la tua presenza!
E manchi al mondo. Maledettamente!

16 anni dopo il lutto non sbiadisceNella strage di via D'Amelio rimasero uccisi:
- Agostino Catalano, capo scorta, 43 anni. Sposato, aveva perso la moglie ed era rimasto solo con le sue due figlie.
- Walter Eddie Cosina, 30 anni. Era nato in Australia. Morto durante il trasporto in ospedale. Lasciava la moglie Monica.
- Emanuela Loi,
24 anni, la prima donna poliziotto entrata a far parte di una squadra
di agenti addetta alla protezione di obiettivi a rischio.
- Vincenzo Li Muli,
22 anni. Il più giovane della pattuglia. Da tre anni nella Polizia di
Stato, aveva ottenuto pochi mesi prima la nomina ad agente effettivo.
- Claudio Traina,
26 anni. Arruolato in Polizia giovanissimo, dopo essere stato a Milano
e Alessandria, aveva ottenuto da poco il trasferimento nella sua città:
Palermo.
Antonio Vullo, 32 anni, agente, sposato
e padre di un figlio è l’unico riuscito a sopravvivere alla strage.
Mentre i suoi colleghi si stringevano, come d’abitudine, attorno al
magistrato, Vullo parcheggiava la macchina poco distante.  Onore a chi perse la vita per lo Stato
18 luglio 2008
8 volte premiato, 8 volte contento! :)
Come dicevo a Kali, il blog è libertà, ed io me la prendo. Quindi tri-pubblico questo post, perchè a me sto fatto dei premi mi piace molto. Ma che dico molto?! MOLTO!
Piccolo aggiornamento: ripubblico il post del premio, perchè mi voglio imbrodare per benino. Che qua continuo a ricevere, e tra l'altro mi piacerebbe anche dare... e questo è il mio modo. E' il pensiero che conta ;)
Evvabbene! a questo punto è difficile tirarsi indietro.
Un premio è un premio, e mi lascio incatenare volentieri! Anche perchè
il suddetto premio l'ho beccato 8 volte da OTTO persone che stimo e che premierei a mia volta molto volentieri. Il premio è questo:

Brillante
weblog è un premio assegnato ai siti ed ai blog che risaltano per la
loro brillantezza sia per quanto riguarda i temi, che per il design. Lo
scopo è quello di promuovere tutti nella blogosfera mondiale!
Io alimento la catena a modo mio, quindi cito volentieri chi mi ha premiato, e rivolgo a mia volta a loro il mio premio, perchè si tratta degli autori di 8 blog che leggo parecchio:
1) Io... Julia che leggo volentieri per quell'impronta "culturale" che da alle sue pubblicazioni. C'è sempre da imparare dal suo blog. Una cittadina del mondo.
2) Il blog di una persona piena di valori, con pensieri e fedi a volte diverse dalle mie, e per questo ancor più interessanti. Lo stimo.
3) e 4) che in realtà è grande. E' difficile non restare piacevolmente coinvolti dal suo blog. Sarà per il suo modo di scrivere, ma forse è più per il suo modo di "provare" emozioni e saperle raccontare, e regalarle così a chi legge, senza alcuna mediazione.
7) Marte(not Neon)
17 luglio 2008
Pecorella
Mio figlio esplora il mondo, che per adesso si limita a poche semplici cose.
Io lo affianco, in questa operazione complessa.
Ecco! gli spiegavo ieri: questa è una pecorella!

Ma stai attento! Se la perdi, diventa una pecorella smarrita! Temo che non abbia capito la battuta...
Approfitto di questo post per salutare e
ringraziare di cuore tutti quelli che mi leggono, e che mi commentano,
o quelli che, soltanto, passano da qui a curiosare. Il blog ha
raggiunto i 20.000 contatti, ed è un po' come percorrere una strada piacevole, in buona, assai buona, compagnia.
click
grazie
ioTocco
vita familiare
| inviato da ioTocco il 17/7/2008 alle 15:34 | |
16 luglio 2008
In Italia non esiste la tortura, esiste il "diritto di polizia"
Tortura. Non è una formula impropria o sovrattono. Due anni di processo
a Genova hanno documentato - contro i 45 imputati - che cosa è accaduto
a Bolzaneto, nella caserma Nino Bixio del reparto mobile della polizia
di Stato nei giorni del G8, tra venerdì 20 e domenica 22 luglio 2001, a
55 "fermati" e 252 arrestati. Uomini e donne. Vecchi e giovani. Ragazzi
e ragazze. Un minorenne.
Tra venerdì 20 e domenica 22 luglio 2001.
Quella sospensione della democrazia in Italia resterà non giudicata. Chi ha commesso il fatto è stato "solo" l'ispettore Antonio Gugliotta, condannato a cinque anni di reclusione. A lui, e a pochi altri (24 su 45) viene addebitata intera la responsabilità per quei fatti. Nessuno sconterà la pena.
Vediamo cosa furono, questi fatti.
Un
colore diverso per ogni tortura, colori pastello, perchè la stonatura
col testo risulti EVIDENTE. PERCHE' C'E' QUALCOSA DI PROFONDAMENTE
STONATO, IN QUELLO CHE SI LEGGE:
C'è chi viene picchiato con stracci bagnati Chi sui genitali con un
salame, mentre steso sulla schiena è costretto a tenere le gambe aperte
e in alto C'è chi subisce lo
spruzzo del gas urticante-asfissiante Chi patisce lo spappolamento
della milza
D. arriva nello stanzone con una frattura al piede. Non riesce a stare
nella "posizione della ballerina". Lo picchiano con manganello. Gli
fratturano le costole. Sviene. Quando ritorna in sé e si lamenta, lo
minacciano "di rompergli anche l'altro piede". Poi, gli innaffiano il
viso con gas urticante mentre gli gridano. "Comunista di merda".
C'è
chi ricorda un ragazzo poliomielitico che implora gli aguzzini di "non
picchiarlo sulla gamba buona".
S. P. viene condotto in un'altra stanza, deserta. Lo costringono a
denudarsi. Lo mettono in posizione fetale e, da questa posizione, lo
obbligano a fare una trentina di salti mentre due agenti della polizia
penitenziaria lo schiaffeggiano.
J. S., lo ustionano con un accendino.
Le donne sono costrette a restare a lungo nude dinanzi a cinque, sei
agenti della polizia penitenziaria. Dinanzi a loro, sghignazzanti, si
svolgono tutte le operazioni. Umilianti.
Una ragazza è stata
costretta a rimuovere il suo piercing vaginale con le mestruazioni
dinanzi a quattro, cinque persone
A L. K. hanno spruzzato sul viso del gas urticante. Vomita sangue.
Sviene. Rinviene sul lettino con la maschera ad ossigeno. Stanno
preparando un'iniezione. Chiede: "Che cos'è?". Il medico risponde: "Non
ti fidi di me? E allora vai a morire in cella!".
G. A. si stava facendo
medicare al San Martino le ferite riportate in via Tolemaide quando lo
trasferiscono a Bolzaneto. All'arrivo, lo picchiano contro un muretto.
Gli agenti sono adrenalinici. Dicono che c'è un carabiniere morto. Un
poliziotto gli prende allora la mano. Ne divarica le dita con due mani.
Tira. Tira dai due lati. Gli spacca la mano in due "fino all'osso". G.
A. sviene. Rinviene in infermeria. Un medico gli ricuce la mano senza
anestesia. G. A. ha molto dolore. Chiede "qualcosa". Gli danno uno
straccio da mordere. Il medico gli dice di non urlare.
Si
potrà parlare a lungo delle ragioni e dei torti, di come si svolsero i
fatti in quel tragico appuntamento di Genova. Se ne potrà parlare a
lungo, sì. Ma con una macchia: giustizia non è stata fatta. La sentenza dimostra che ci fu chi, dietro una divisa dello Stato italiano, torturò persone fermate o arrestate e quindi sotto tutela dello Stato. Ma la sentenza stessa adduce ad un solo sottoufficiale la responsabilità di tutto questo.
Esiste dunque un diritto di polizia, al quale ci affideremo se verremo fermati, cercando il poliziotto buono, quello che deciderà di concederci i nostri diritti, perchè il diritto dello Stato, dentro una caserma, non ci tutelerà.
Tutto ciò mi riporta alla vicenda di Aldo Bianzino,
e di tutti coloro che, entrati nelle carceri o nei commissariati dello
Stato, si sono trovati in assenza di uno stato di diritto e si sono
visti condannati senza giudizio. Alcuni, lasciandoci la vita.
15 luglio 2008
Vivere con lentezza
La ricerca del benessere, a volte, passa per percorsi semplici, quasi quotidiani. Fare le cose con lentezza, ad esempio.
Vivere con lentezza è un'operazione difficile, piena di nuove abitudini che vanno coltivate con cura. Vi segnalo un sito che teorizza L'ARTE DEL VIVERE CON LENTEZZA, in cui potete trovare i 14 comandalenti, per trovare la velocità giusta nella vita. E' un sito che ho letto con molto interesse!
Ancor prima di scoprire questo sito, però, la mia ricerca della LENTEZZA è passata per abitudini tutte personali: come fumatore, ho mollato le sigarette confezionate; fumare il tabacco significa perdere tempo a confezionare da sè (rollare) la sigaretta. Prendere una cartina, mettere dentro la quantità giusta di Golden Virginia, il filtro. Fumo di meno, assaporo di più.
Perdere tempo, appunto.
Cerco il più possibile di camminare a piedi, ovvero con i mezzi pubblici. Mi fermo volentieri a scambiare due chiacchiere con la gente. Preparo degli aperitivi per gli ospiti prima di cena. Quando entro al bar per le mie massicce dosi di caffè, saluto il barista e gli chiedo come sta. Poi si parla del tempo, della politica, dei bambini, del prezzo del caffè. Lo faccio, anche se non lo conosco. Mi aiuta, e immagino che faccia piacere anche al barista.
Insomma, l'arte della lentezza è un po' arte del cazzeggio, attività che adoro.
Salire a San Luca a piedi per consumare una pizza. Ricavare, anche negli impegni più stressanti, almeno un momento (anche 2 minuti) di benessere personale (ci sono riuscito anche nei momenti più impensabili).
L'idea che si rimanda agli altri è di relax, e la migliore immagine che si ha del proprio viso è quella di un sorriso sempre a portata di mano.
Vivere con lentezza significa anche questo: sorridere una volta di più. Provare, per credere. :-)

14 luglio 2008
Biografie della gente comune, avviso chiusura progetto
Gentilissimi lettori,
questo post è rivolto a tutti coloro che hanno mostrato interesse per il Progetto biografie della gente comune, a cura di Marco Tocco e Mauro Daviddi.
Il bilancio sull'esperienza del progetto è, diremmo, molto buono dal punto di vista della qualità del materiale ricevuto, ma assolutamente insoddisfacente per ciò che riguarda la quantità.
Al lancio iniziale, e all'iniziale interessamento dei lettori, non è seguita una significativa produzione di biografie.
Per questo motivo, trovandoci nell'impossibilità di procedere oltre col progetto, abbiamo deciso di chiudere questa esperienza.
Ci auguriamo e crediamo che, per coloro che hanno partecipato, l'esperienza sia stata comunque significativa. Per coloro che si sono interessati al progetto, può comunque essere rimasto un momento di riflessione sul sè, che vi invitiamo a coltivare ancora con cura e amore.
Vi ringraziamo ancora per l'interesse dimostrato.
Per eventuali accordi circa la restituzione o distruzione del materiale già in nostro possesso potete scrivere all'indirizzo e-mail consueto.
In mancanza di indicazioni diverse da parte degli autori, la copia delle biografie in nostro possesso verrà comunque cancellata dai nostri archivi.
Marco Tocco, Mauro Daviddi
biografie
| inviato da ioTocco il 14/7/2008 alle 9:40 | |
5 luglio 2008
Se si avvera vado a San Luca a piedi
E' un tipico detto dei bolognesi. Andare a San Luca a piedi significa, per voto o per scommessa, o per ringraziamento alla Madonna, percorrere il porticato più lungo del mondo: è quello che collega senza interruzioni
Porta Saragozza al Santuario della Madonna di San Luca, lungo circa 3,75 km e costituito
da 666 archi, ciascuno contrassegnato da un numero progressivo: i primi
306, in pianura, collegano Porta Saragozza al Melocello mentre i
restanti 360 sono situati nel tratto collinare che va dal Meloncello al
colle della Guardia. TUTTI IN SALITA! Nell'ultimo tratto, anche parecchio ripida.
In cima al colle c'è, oltre naturalmente al Santuario, la pizzeria Da Vito (da non confondere con la trattoria Vito frequentata da Guccini, che è in città).
Io stesso ho proposto ai miei amici di andare proprio lì, per una pizza e una birra in compagnia. Ebbene: il caro Carmelo ha acconsentito, ma solo a patto che ci arrivassimo A PIEDI!
ERA UNA TALE FOLLIA CHE, OVVIAMENTE, NESSUNO SE L'E' SENTITA DI CONTRADDIRLO...
  Per me era la prima volta, e all'inizio l'ho presa anche da sportivo!... il portico era fitto di gente che saliva e scendeva, davvero bello.
A metà tragitto, eravamo fradici di sudore. Verso la fine l'orribile dubbio: e se la pizzeria fosse chiusa? Noooo!
 Insomma, la faccio breve: la pizzeria era aperta, la pizza era buona e la serata è stata carina, soprattutto dopo, in discesa :)
Ma credo che, per i prossimi due mesi almeno, la pizza me la farò portare a casa!
2 luglio 2008
Handicap, il giusto messaggio
A proposito di messaggi sociali, di buonismi, di senso civico, di convivenza, a proposito di tutto questo, ho trovato una sintesi ideale in un messaggio nel posteggio dell'Ipercoop.
DEDICATO A TUTTI COLORO CHE OCCUPANO I PARCHEGGI HANDICAP SENZA AVERNE IL DIRITTO (razza di idioti...)
parcheggi Handicap
iperCoop
| inviato da ioTocco il 2/7/2008 alle 13:23 | |
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