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La verità su Bébé Donge di Georges Simenon
Cercando nella mia libreria, tra le cose comprate e non ancora lette, ho scovato questo
Adelphi rosso
di
Georges Simenon
.
Avendo ben presente che non avrei letto qualcosa del
commissario Maigret
, copertina gialla e personaggio con il quale il nome di Simenon viene quasi sempre associato, ho portato con me il libro per poterlo leggere in treno, un paio d'ore di percorso in alta velocità.
E' così che
ho divorato
questo racconto, che fatico a chiamare giallo, perché è molto di più.
Qui non c'è solo un delitto da esplorare, c'è tutta la sapienza letteraria di Simenon, per il
percorso introspettivo
di un marito, il signor Donge,
alla ricerca della verità
su sua moglie, Bèbè, sul loro rapporto e, infine, su se stesso.
Mentre la giustizia, inesorabilmente, percorre una strada parallela, che nulla ha a che vedere con gli uomini.
La giustizia si nutre solo di fatti e conseguenze.
Al signor Donge i fatti non bastano più. Le domande lo incalzano.
Le anime si scontrano, in questo
splendido racconto
, in cui ogni personaggio non è casuale, ed ogni azione può essere riletta in sfumature opposte, fino a conclusioni in antitesi tra loro, come quella che porta la sorella di Bèbè, Jeanne, a dire, senza speranza: "A che serve continuare a porsi domande?
Facciamo tutto quello che possiamo...
"
Pubblicato il 8/4/2010 alle 14.39 nella rubrica visti & riletti.
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